Via libera dall’AIFA a spesolimab (Spevigo) di Boehringer Ingelheim, indicato in monoterapia per il trattamento delle riacutizzazioni (flare) della psoriasi pustolosa generalizzata (GPP) negli adulti e negli adolescenti sopra i 12 anni di età. Spesolimab è ora disponibile in commercio per uso ospedaliero ed è rimborsabile.
La GPP è una patologia rara e cronica della pelle, potenzialmente pericolosa per la vita a causa delle complicanze che può provocare, se non trattata adeguatamente. Rappresenta meno dell’1% di tutti i casi di psoriasi; è più comune nelle donne, si presenta tra i 50 e i 60 anni e la sua incidenza è di circa 50 nuovi casi l’anno. Essendo assimilabile ad altre forme di psoriasi e malattie cutanee, risulta sottostimata e sottodiagnosticata.
“La GPP si manifesta con un’eruzione diffusa di pustole sterili su base eritematosa che si associa talora a sintomi sistemici quali dolore, febbre, malessere generale, affaticamento e manifestazioni extracutanee (colestasi, artrite). Queste improvvise acutizzazioni sono chiamate “flare” e, se non riconosciute e trattate tempestivamente, possono portare ad un aggravamento della condizione clinica e in rari casi a decesso – afferma Francesco Cusano, Past President ADOI – Associazione Dermatologi-venereologi Ospedalieri Italiani e della sanità pubblica – La diagnosi precoce è importante perché la patologia è altamente impattante sulla vita dei pazienti e il suo andamento clinico rischia di andare fuori controllo se non si interviene tempestivamente con terapie corrette. Fondamentale la diagnosi differenziale, che però è molto difficile perché la GPP si può manifestare con espressioni eterogenee, la cui variabilità è accentuata da eventuali trattamenti non specifici pregressi”.
L’efficacia di spesolimab
Spesolimab è un anticorpo monoclonale umanizzato del tipo immunoglobulina G1 (IgG1) antagonista del recettore umano dell’interleuchina 36R (IL36R), di cui blocca la segnalazione. Il legame di spesolimab con IL36R impedisce l’attivazione successiva da parte dei suoi ligandi (IL36 alfa, beta e gamma) e l’attivazione a valle di vie pro-infiammatorie.
L’efficacia e la sicurezza di spesolimab sono state valutate dallo studio EFFISAYL 1, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo.
L’end point primario dello studio era la percentuale di pazienti con sottopunteggio GPPGA relativo alle pustole pari a 0 (indicatore di assenza di pustole visibili) alla settimana 1 dopo il trattamento infusionale, raggiunto quando si osservava una differenza statisticamente significativa tra il risultato nel braccio trattato con spesolimab rispetto a quello nel braccio in placebo.
“La scoperta del ruolo centrale del pathway dell’IL-36 nella GPP ha favorito la ricerca di inibitori di questo meccanismo patogenetico e recentemente è stato sviluppato l’anticorpo monoclonale IgG1 umanizzato spesolimab, in grado di legare specificamente l’IL-36R con elevata affinità e di inibire la trasmissione del segnale da parte degli agonisti dell’IL-36R – spiega Maria Concetta Fargnoli, Vice Presidente SIDeMaST – Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse – La sicurezza ed efficacia di spesolimab sono state analizzate nello studio Effisayl 1, studio di fase II, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo, che ha mostrato un rapido controllo delle manifestazioni cutanee entro una settimana dal trattamento. La prevenzione delle riacutizzazioni della GPP con un trattamento efficace e ben tollerato coprirebbe un bisogno altamente insoddisfatto, riducendo l’impatto delle comorbidità e della mortalità associata”.
La complessità clinica della GPP
Oltre ai sintomi cutanei la GPP spesso può produrre sintomi sistemici, come febbre, fatigue, mal di testa, malessere generale e dolore importante. La rarità della patologia, il corredo sintomatologico e il decorso imprevedibile, il notevole ritardo diagnostico, la difficoltà di accedere ai farmaci e l’inadeguatezza delle terapie fino ad oggi impiegate, sono fattori che favoriscono complicanze renali, epatiche, l’insufficienza cardiorespiratoria sino alla sepsi. Un quadro che rende pesante la vita dei pazienti colpiti da questa patologia.
“La GPP ha un impatto devastante sulla quotidianità e sul vissuto del paziente. Quando la malattia è in fase di riacutizzazione, con una esposizione cutanea molto estesa che colpisce parti del corpo esposte, come le mani e il viso, diventa assai difficile una convivenza e la stessa vita relazionale e personale viene messa a dura prova – sottolinea Valeria Corazza, Presidente APIAFCO – Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza – La GPP è dolorosa, la sensazione è che queste pustole brucino la pelle, come un mantello di fuoco che avvolge il corpo. Dopo tanto tempo, abbiamo finalmente una terapia che agisce rapidamente in questa fase, restituendo ai pazienti serenità e una migliore qualità di vita. Si tratta davvero di un cambiamento epocale”.
Fare informazione sulla patologia
L’estrema rarità della psoriasi pustolosa generalizzata è un aspetto che rende questa patologia misconosciuta agli stessi pazienti, ai medici e, ovviamente, all’opinione pubblica.
“Essere ben informati quando si parla di malattie rare o comunque meno note, come nel caso della GPP, diventa addirittura essenziale, tanto per i pazienti quanto per tutti gli operatori sanitari che in qualche modo potrebbero vedere il paziente – spiega Ilaria Ciancaleoni Bartoli, Direttore OMaR – Osservatorio Malattie Rare – è importante che l’informazione sia diffusa, di facile accesso, corretta e sempre aggiornata; per questo, ormai da 3 anni cerchiamo, in collaborazione con l’Associazione dei pazienti e con i clinici e le società scientifiche, di produrre e mettere a disposizione materiale divulgativo online. Ora che finalmente è disponibile una terapia in grado di spegnere velocemente le manifestazioni acute, è essenziale che pazienti e operatori sanitari ne siano a conoscenza e anche che le diverse regioni si strutturino per dare un accesso veloce”.
“Le persone colpite da Psoriasi Pustolosa Generalizzata – conclude Morena Sangiovanni, Presidente Boehringer Ingelheim Italia – convivono con una malattia cronica che si presenta come limitante, dolorosa, visibile, quindi con grande impatto emotivo, oltre a rappresentare un rischio per la sopravvivenza. Noi di Boehringer Ingelheim siamo perciò orgogliosi di aver sviluppato la prima terapia mirata per chi convive con questa grave patologia. Spesolimab è ora disponibile e rimborsato per la gestione delle fasi acute, più dolorose e più pericolose della GPP. Poter riuscire a fare la differenza per i pazienti è ciò che ispira la nostra missione e la nostra scienza, per questo l’impegno di Boehringer Ingelheim per le persone con Psoriasi Pustolosa Generalizzata continua e speriamo di poter comunicare presto l’ampliamento delle indicazioni rimborsate di spesolimab anche in altre fasi di questa patologia cronica”.